Le Cave di Bauxite di Otranto

Foto panoramica a 360° delle Cave di Bauxite di Otranto e del laghetto verde

Eccovi un altro panorama immersivo: siamo alla ex Cava di Bauxite a Sud-Est di Otranto.

Il paesaggio è surreale, per certi versi quasi alieno; il rosso intenso delle collinette, residuo degli scavi per l’estrazione della bauxite avvenuta negli anni a cavallo tra il 1960 e il 1976, contrasta fortemente con la vegetazione e con il mare che si intravede sullo sfondo.
Queste colline rosse, con le loro numerose venature e spaccature creano moltissimi giochi di luce e ombra e ricordano moltissimo la formazione rocciosa Australiana di Uluru (o Ayers Rock), anche se ovviamente in scala mooolto ridotta.

Al centro del ‘cratere’ generato dagli scavi, a causa della presenza di una sottile falda freatica si è formato un laghetto verde del diametro di un centinaio di metri, oggi popolato principalmente da rane e girini.

La puglia è una regione ricca di questo minerale (utilizzato principalmente per ricavare l’alluminio), e oltre che a Otranto (collocazione comoda per la presenza del porto nelle immediate vicinanze) la Bauxite nei dintorni si estraeva a Montevergine, Poggiardo e Uggiano, ma in Puglia vi erano altri due giacimenti importanti, uno nelle Murge e uno sul Gargano.
Questa cava dimostra come la natura sia in grado, in breve tempo, di riprendersi ciò che è suo e oggi questo luogo è divenuto una zona di notevole interesse paesaggistico.

11 Commenti a “Le Cave di Bauxite di Otranto”

  1. Roberto scrive:

    Mi interesserebbe molto conoscere qualche dettaglio in piu’ su come hai realizzato le foto da cui hai creato questi panorami e quindi sul tipo di post-processing che hai dovuto usare.

    Per es. quanti scatti hai fatto, con quale obiettivo, se hai dovuto usare un bracketing, ecc.

    Mi diresti qualcosa di piu’?

    CIAO

  2. admin scrive:

    Se non prevedo di utilizzare tecniche di HDR, normalmente per ogni immagine effettuo otto scatti.
    Attualmente utilizzo una Canon Eos 400D con obiettivo Sigma 8mm.
    Per unire le immagini preferisco utilizzare software open source (Panotools che utilizzo attraverso Hugin).
    Solo per la pubblicazione utilizzo un software commerciale (Immervision).

  3. Angelo scrive:

    Ciao, bel sito e bellissime foto! Pensi che si possa fare anche con un sigma 12 mm e un normale cavalletto?

  4. admin scrive:

    Grazie Angelo per i complimenti.
    Per l’obiettivo va benone anche il Sigma da 12 mm, per quel che riguarda l’utilizzo di un cavalletto invece, se utilizzi una testa standard te lo sconsiglio, è meglio procedere a mano libera con il metodo Philopod, ovvero con un filo a piombo.

  5. Cristiano scrive:

    Vorrei fare una domanda non stupida…Questa estate Vorrei portare alcuni amici miei in questo splendido posto, Volevo chiedere se è possibile fare il bagno.
    Mi faccia Sapere.

  6. admin scrive:

    Cristiano, per quello che ne so qui il bagno non lo fa nessuno (considera che all’interno c’è un canneto con tante belle rane…). Però io vivo a Gallipoli per cui non conosco benissimo questo posto e magari mi sbaglio.

  7. lisa scrive:

    complmenti il tuo sito è davvero una bellissima risorsa per il nostro salento!!! 🙂 le tue foto sono tutte suggestive!

  8. admin scrive:

    Grazie davvero.
    Purtroppo ultimamente sto andando un pò a rilento con gli aggiornamenti (il tempo libero, con due figli piccoli, è rarissimo), ma in compenso sto per acquistare una nuova reflex che mi permetterà, in futuro, di aumentare il dettaglio nelle immagini.

  9. sabrina scrive:

    io vi posso dire che il bagno li l’ho fatto, e sto benissimo,per quanto possa non sembri,l’acqua è splendida e molto pulita,l’unico intoppo è che non si vede il fondale….e che quando si esce dal lago ci si sporca di rosso,ma per il resto….io un bagno in questo spettacolo,ve lo consiglio,molto suggestivo!!!!

  10. Valentina scrive:

    Molto bella..non sembra un posto italiano!

  11. Anna Paola scrive:

    Il Salento è una terra che incanta con le sue mille sfumature: il colore del mare, cristallino, il colore della terra, di un rosso che, in particolari aree, si fa intenso, sanguigno, soprattutto nei territori di Poggiardo, Palmariggi e Otranto, sul versante orientale della penisola salentina.

    In questi tre comuni, infatti, restano aperte, come ferite, le cave dismesse di bauxite, sfruttate per poco più di un ventennio, tra gli anni ’60 e ’70 del Novecento, per la produzione di alluminio.

    Certamente, la più nota tra esse, è alle porte di Otranto: una cava che, per effetto della risalita dell’acqua dalla falda sottostante, è divenuta un lago, la cui singolare bellezza attrae tantissimi turisti.

    Non tutti, però, ne conoscono le vicende, né sanno che quello di Otranto fu soltanto uno dei giacimenti bauxitici di Terra d’Otranto, interessati dalle attività estrattive; gli altri, infatti, erano situati, nei territori dei comuni limitrofi di Poggiardo (località detta “Li Reali”) e di Palmariggi (località “Monte Vergine” dal nome del santuario prossimo alla cava).

    L’associazione culturale Il Cedro del Libano ha progettato, e allestito una mostra che potesse raccontare l’esperienza dello sfruttamento delle risorse di bauxite, attraverso le immagini fotografiche e i ricordi di chi ha lavorato nelle cave, e nell’impianto di lavaggio, che preparava le pisoliti bauxitiche (paddhrie nel dialetto locale), per preservare la memoria storica di quegli eventi, accaduti solo quarant’anni fa, e per riflettere: è realmente svanito un sogno, il “sogno industriale”, oppure la dismissione delle cave è da considerarsi una fortuna per la nostra terra?

    Il progetto, accolto con favore dal Comune di Poggiardo, fortemente voluto dall’Assessorato alla Cultura, e realizzato con il sostegno della Regione Puglia – Assessorato al Mediterraneo, si è tradotto in una interessante esposizione, collocata nel Palazzo della Cultura in piazza Umberto I, a Poggiardo, che, a partire dalla bauxite, si sviluppa in ramificazioni tra loro strettamente connesse.

    Riproponendo la stratigrafia del territorio, e l’evoluzione geologica del Salento, passa a presentare fossili di animali terrestri e marini, vissuti nel Salento in un passato lontano, fossili e minerali giunti da ogni parte del mondo, illustrati nei pannelli didascalici che completano la mostra.

    Il percorso di visita si sviluppa, inoltre, verso l’esterno, in quanto abbinato ad una escursione naturalistica nella Pineta “Mari Rossi”, sulla Serra di Poggiardo, a ridosso dei giacimenti bauxitici, dove è possibile ammirare interessanti fossili di rudiste (molluschi bivalve che si estinsero alla fine del Cretaceo), e strizza l’occhio all’ambiente, tramite l’organizzazione di laboratori didattici dedicati all’alluminio e all’importanza del suo riciclo.

    La mostra sarà visitabile, con ingresso gratuito, secondo il seguente calendario:

    – lunedì, mercoledì e venerdì, dalle ore 9:00 alle ore 12:00;

    – martedì e giovedì, dalle ore 16:00 alle ore 18:30.

    Data la specificità dei contenuti, è consigliabile prenotare il servizio di visita guidata, contattando la dott.ssa Anna Paola Carluccio al numero 329.5653626, oppure tramite fax al numero 08321794254, o via e-mail all’indirizzo info@cedrodellibano.it .

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